Nuovi geoglifi scoperti in Perù

 

 

 


      

    I geoglifi sono giganteschi disegni tracciati sul terreno ottenuti semplicemente asportando lo strato di terreno o di ciottoli più superficiale. In genere le linee così ottenute appaiono più chiare rispetto al  terreno circostante e possono mantenere questo contrasto, specialmente nelle regioni più aride, per diversi secoli se non per millenni. Con questa tecnica è possibile tracciare sul terreno disegni di varia forma e di varia grandezza. Quasi tutti conoscono i disegni tracciati nel deserto di Nazca, in Perù, che sono stati scoperti solo dall'aereo, essendo a stento individuabili passandoci accanto a piedi. Alcuni sono stati tracciati sui fianchi di colline e, allora, la loro osservazione non presenta problemi. Non solo il Perù ospita questi strani ed enigmatici manufatti, molti altri sono stati scoperti in Cile, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Spagna ed in altre parti del mondo.

 

     

 I disegni di questo tipo raffigurano forme geometriche o figure zoomorfe (animali ed esseri umani) e possono raggiungere dimensioni incredibili. La loro funzione è ignota, così come lo è la tecnica di costruzione.

       Infatti, rapportandoci ai tempi nei quali si suppone che i geoglifi di Nazca siano stati tracciati (1500-2200 anni or sono) ed allo stadio di evoluzione della civiltà alla quale essi si fanno risalire, risulta molto difficile spiegare come sia stato possibile tracciare disegni così grandi e complessi non potendo disporre di una visione d'insieme come la si può avere dall'alto.

   

 

    

 Le foto sotto riportate si riferiscono a geoglifi, forse mai descritti prima, che sono stati scoperti nel 2006 da Bruno Severi e da Maria Longhena in Perù, nella regione della Valle del Colca, dipartimento di Arequipa, tra le Ande peruviane ad un'altezza media di 4.000 metri. Essi sono costituiti da fasci di linee parallele  a decorso sia rettilineo, sia incurvato in modo da creare forme a spirale o ad impronta digitale. Frequente è l'incrocio di più fasci. Da calcoli un po' approssimativi abbiamo stabilito per ogni linea uno spessore di 1-2 metri. In alcuni casi questi disegni ricoprono le vette e le pendici delle montagne potendo estendersi sino al fondovalle. In altri casi ricoprono le asperità di terreni abbastanza pianeggianti tra le montagne o i margini di canyon o le rive di fiumi.


            

 In tutto sono stati osservati in cinque località distinte, separate tra loro anche da alcune decine di chilometri e sempre disposte in luoghi estremamente deserti e desolati, lontani comunque dai centri abitati.

       Naturalmente sono state fatte verifiche per potere escludere che questi enigmatici manufatti non fossero già noti. Né i libri e le riviste specializzate, e neppure alcuni dei più grossi esperti del settore hanno mai trattato o sentito parlare di qualcosa del genere. Come per i disegni di Nazca che hanno sino ad oggi conservato intatto il loro mistero, anche in questo caso "il chi, il come, il quando ed il perché?" non hanno, al momento, alcuna risposta. 

 

     

       E' doveroso precisare che questa presunta scoperta non è stata fatta sul luogo, in Perù, ma a casa di Bruno Severi, stando semplicemente seduti davanti al computer collegato ad Internet. Si è utilizzato il programma Google Earth mediante il quale si  accede ad un immenso data base di foto satellitari della terra che sono state ricomposte, come in un immenso puzzle, in modo da potere avere rappresentati vasti tratti della superficie terrestre. Queste aree possono essere ingrandite quasi a piacere potendo farci vedere le cose come ci appaiono da un'altezza che varia da alcune migliaia di chilometri sino a poche centinaia di metri.

 

           

    Il risultato è spesso estremamente spettacolare, potendo mostrarci anche minuscoli dettagli sulla superficie terrestre, ad esempio casa nostra, e persino noi stessi se al momento della foto eravamo davanti a casa. Quanto si osserva può essere salvato su computer come se fosse una fotografia. Il programma è scaricabile gratuitamente da Internet. Ma, più della fredda descrizione a parole, un esempio può essere molto più utile per permettere al lettore di intuire le promettenti grandi potenzialità di questa tecnica basata sulla fotografia satellitare. Ecco, qui sotto, alcuni esempi particolarmente spettacolari e significativi che non necessitano di commenti ed ulteriori precisazioni:

 

Immagine iniziale di Google Earth

 

La Sicilia con l'Etna in attività

 

Non occorre aggiungere altro....

 

           

    Un articolo su questa presunta scoperta è apparso, a nome   di  Severi e Longhena, sulla rivista di archeologia Hera (Luglio 2007). Purtroppo, le foto a corredo dell'articolo sono riportate in dimensioni molto ridotte e non rendono giustizia della bellezza e della ricchezza di particolari degli originali. Per permettere agli interessati una visione più adeguata di questi geoglifi e dell'ambiente che li ospita, viene qui presentata una galleria di foto a dimensioni originali che costituisce una piccola, ma significativa, parte del materiale raccolto dagli autori.

Segue una descrizione degli ultimi sviluppi che ha avuto la storia di questa scoperta.                                                                                       

 

                                 

 

 

 

 

Foto da satellite del Perù con indicata la zona dei ritrovamenti

 

 

 

Il segnalino sul centro-sinistra indica la zona 1 dei geoglifi

 

 

Canyon del Colca, il più profondo al mondo (in alcuni punti oltre 3.000 metri)

 

Geoglifi della zona 1 (in basso a sinistra) nei pressi di un canyon

 

Geoglifi della zona 1

 

Geoglifi della zona 1

 

Geoglifi della zona 1 variamente intrecciati

 

Geoglifi della zona 1 di varia forma ed orientamento sulle pendici di una vetta

 

Geoglifi della zona 1 con aspetti spiraliformi e ad impronta digitale

 

       Geoglifi della zona 1, particolare dell'immagine precedente che evidenzia una vetta interamente ricoperta da linee

 

Geoglifi della zona 1

 

Geoglifi della zona 1 a forte ingrandimento

 

Geoglifi della zona 2 attraversati da una strada asfaltata

 

Geoglifi della zona 3, nei pressi di una strada

 

Geoglifi della zona 4

 

Geoglifi della zona 4

 

Geoglifi della zona 4 ai margini di un canyon

 

 

Geoglifi della zona 4 in vicinanza di un fiume (in basso a destra)

 

Geoglifi della zona 5

 

Ulteriori sviluppi

    

      Ho conosciuto un agronomo tropicale, Marco, che si è dimostrato interessato al problema dei geoglifi. Egli li ha identificati come espressione di un'antica tecnica di coltivazione che viene utilizzata sui pendii montani anche ai nostri giorni. Nel gergo degli addetti ai lavori si parla di coltivazioni a banchette. Queste non sarebbero altro che strisce di terreno pianeggianti e tra loro parallele ricavate sui fianchi dei rilievi e che permettono di utilizzare aree altrimenti non sfruttabili come coltivazioni. Qualcosa che ricorda le coltivazioni a terrazze diffuse in varie parti della terra, ma che possiedono più l'aspetto di vaste gradinate  dove la ristretta parte pianeggiante di ogni gradino è scavata artificialmente e livellata per ospitare la coltura di piante o di piccoli alberi. L'aspetto generale di queste banchette è quello di serie anche cospicue di linee parallele che si sviluppano orizzontalmente sui fianchi delle montagne. La necessità che le strisce di terreno siano strettamente orizzontali dipende dalla necessità di trattenere l'acqua piovana che altrimenti scivolerebbe via.

 

 

    

    A questa spiegazione io ho contrapposto alcune argomentazione che mal si conciliano con il parere di Marco. Ad esempio, non si vede nelle mie foto traccia di coltivazioni o di alberi e nemmeno si notano i sentieri per accedere a queste supposte coltivazioni a gradinata. Inoltre, la complessità delle linee con forme incredibili come quelle di fasci che si incrociano o assumono un andamento vorticoide o ad impronta digitale delle foto del sito N. 1 non si concilia molto con questa interpretazione. Ma Marco è apparso irremovibile e del suo parere bisogna tenerne conto in virtù della sua specifica competenza professionale.

Dopo qualche  settimana di stallo e di ripensamenti, lui si è offerto, trovandosi in quel periodo in Sud America, di cercare di parlare telefonicamente con qualcuno dell'ufficio tecnico delle municipalità a cui la zona del Colca dovrebbe far capo. Dopo pochissimo arriva la sua risposta per e-mail.

 

    

Un tecnico di un progetto di irrigazione in una zona vicina alla Valle del Colca, ed al quale Marco aveva inviato alcune delle immagini sopra riportate, così ha risposto: "Las imágenes muestran una zona desértica como te las había comentado y las líneas que se observa son nada más que curvas a nivel que en algún momento hace ya buenos años trataron de ejecutar un proyecto de forestación en la zona que hasta ahora se mantienen esas curvas y no se ha forestado nada. Esto está ubicado en el tramo entre Arequipa y Chivay muy cerca a la Irrigación Quiscos Uyupampa distrito Yura en Arequipa". Traduzione: " Le immagini mostrano una zona desertica come te l'avevo descritta e le linee che si osservano non sono altro che le curve di livello che sono state tracciate diversi anni fa per un progetto di riforestazione nella zona e queste linee si sono conservate sebbene la riforestazione non sia stata fatta. Tutto questo si trova tra Arequipa e Chivay molto vicino alla Irrigación Quiscos Uyupampa, distretto Yura in Arequipa.

 

    

    Le curve di livello sopra descritte corrispondono alle banchette ipotizzate da Marco. Secondo l'interpretazione del tecnico peruviano, le linee da  me descritte rappresenterebbero la prima parte di un lavoro che aveva, come prospettiva finale, l'obiettivo di ricavare i gradoni, o banchette, su cui piantare gli alberi. Il tecnico peruviano fa riferimento ad una zona che ho ritrovato con Google Earth e che corrisponde a quella con le linee della zona 2, e della quale più sopra è riportata una foto. Per questa zona 2 la spiegazione di "curvas a nivel" a scopo riforestativo può apparire appropriata. Si tratta di linee parallele molto semplici e che riguardano una zona molto limitata. La stessa spiegazione può benissimo essere applicabile alle zone 3, 4 e 5.

 

 

 

   Questa spiegazione non appare facilmente applicabile alla zona 1 che è la più impressionante, la più densa e ricca di linee il cui decorso e le cui geometrie mal si adattano alla "curve di nivel"  e che dista diverse decine di chilometri dal luogo indicato dal tecnico peruviano. Le "curvas a nivel" sono linee che, nonostante le asperità del terreno, per definizione si mantengono sempre tra loro approssimativamente parallele e non si incrociano mai. Nella zona 1 da me descritta le linee appaiono molto spesso in fasci con vari orientamenti e tra loro variamente incrociati. Ho cercato su Internet le coltivazioni con la tecnica delle banchette o "curvas a nivel" ed ho trovato una realtà che è sempre notevolmente distante da quella rappresentata dai geoglifi, o supposti tali, della zona 1. Accludo la foto di una di queste coltivazioni che è quella che più ricorda le immagini descritte nella zona 1. La differenza appare ancora evidente.

 

Coltivazioni a banchette  sul fianco di una montagna

 

Differenti tipi di rilievi montuosi con a fianco le rispettive "curvas a nivel"

 

Antichi terrazzamenti a Pisac (Perù)

 

Con le nuove potenzialità di Google Earth.....

Con le nuove potenzialità di Google Earth è ora possibile avere una vissione da terra delle aree selezionate. Naturalmente non per ogni luogo, ma limitatamente alle principali città e strade extraurbane.  E’ come trovarsi in quel luogo o in quella strada e guardarsi attorno: il programma mostrerà nei minimi dettagli quello a cui rivolgiamo lo sguardo. Per fortuna, anche lungo la strada tra Arequipa ed il Canyon del Colca, nella zona dei geoglifi, c’è questa possibilità. Abbiamo pertanto focalizzato l’attenzione a quei brevi tratti di strada che attraversano il sistema di linee di cui stiamo parlando.  Ci si rende conto che da questo ravvicinato punto di osservazione le linee appaiono come solchi poco profondi con decorso non perfettamente regolare, ma spesso con andamento un po’ incerto.  L’erba ed i piccoli cespugli ovunque presenti in quella zona d’alta montagna, oltre ai ciottoli, all’interno delle linee sono quasi assenti. Il colore delle linee è pressoché identico a quello del terreno adiacente. In particolare, sebbene si tratti di una zona abbastanza piana, non si vede traccia alcuna di coltivazioni o di alberi. Di seguito alcune fotografie scattate da terra a pochi metri dalle linee.

 

 

                                

Conclusione   

      Bisogna accettare, almeno in parte, la spiegazione fornita dai due tecnici con cui ho avuto contatto. Ritengo, tuttavia, che occorrano ancora ulteriori indagini  per risolvere in modo convincente i tanti dubbi che rimangono sulla zona 1 per la quale queste spiegazioni appaiono, al momento, inadeguate. Questa conclusione serve anche a mettere in guardia dai facili entusiasmi quando ci si imbatte in cose strane mai viste prima. Spesso esistono per esse spiegazioni alternative che non vediamo perché prescindono dalle nostre conoscenze e competenze.

 

 

 

Nota importante: Per vedere i geoglifi dell'area 1 (la più bella) senza dovere istallare Google Earth, basta cliccare sul seguente indirizzo che, sfruttando un semplicissimo programma on-line di nome Wikimapia, vi permetterà ugualmente di osservare "da satellite" quanto si desidera:

 http://www.wikimapia.org/#lat=-16.0991753&lon=-71.3859844&z=14&l=4&m=s&tag=44605

Una volta entrati nel programma, si può zoomare a piacere per osservare più da vicino ogni particolare o ci si può spostare nei dintorni. Per i più avventurosi può essere un ottimo punto di partenza per andare alla scoperta, sempre con il satellite virtuale, di altri continenti e di altri misteri. Non è affatto difficile.

 

      Sono graditi osservazioni e commenti che possano contribuire ad una maggiore comprensione di quanto sopra presentato.

 

Scriveteci

 

 

Webmaster: Bruno Severi

(Ultima modifica:  9 Maggio 2017)

 

 

 

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